Recensione searching for the elephant
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Recensione a cura di Nicola Picchi (voto: 7,0)
"Searching for the Elephant" esplora vita e comportamenti di alcuni professionisti trentenni nell'odierna Seoul. Protagonisti tre amici d'infanzia: Hyun-woo, fotografo ciclotimico che è appena stato abbandonato dalla fidanzata; Min-suk, chirurgo estetico di successo che soffre di sex- addiction; Jin-hyuk, consulente finanziario coinvolto in affari poco puliti. Ognuno di loro è invischiato nei propri problemi personali e nelle proprie dipendenze, mentre le relazioni con l'universo femminile, contraddittorie e provvisorie, complicano un quadro complessivo già compromesso. Quando Soo-yeon, sorella di Hyun-woo e moglie di Min-suk, intreccerà una relazione con Jin-hyuk, il quale era stato una sua vecchia fiamma prima del matrimonio, le reciproche ipocrisie, menzogne e infedeltà si avviteranno in una spirale fuori controllo.
Negli ultimi due anni abbiamo assistito a una certa normalizzazione dei contenuti all'interno del cinema coreano, fatti salvi i grandi autori e qualche rivelazione. Commedie, horror, thriller e film drammatici facevano mostra di una serie di ingredienti accuratamente dosati, anche giustapposti e eterogenei ma lontani dal sorprendere.
Ben venga allora un'opera di estrema libertà espressiva come "Searching for the Elephant", esordio di Jeong Seung-goo, che dimostra come il fenomeno dell'"hanryu", la new wave sudcoreana, sia lontano dall'esaurirsi. I mali della società dipinta da Jeong non sono certo patrimonio esclusivo della Corea: cinismo, materialismo e angoscia esistenziale ci riguardano da vicino, anche se il nostro cinema preferisce declinarli nelle forme agonizzanti e piuttosto infantili della commedia all'italiana. In questo caso, invece, non esistono comode scappatoie autoassolutorie, anche se la crudezza delle tematiche è stemperata dallo stile sfavillante e da un humour autenticamente sovversivo.
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