Recensione happiness (2007)
Recensione a cura di Anna Maria Pelella
Young-su lavora in un night club. Quando gli viene diagnosticata una grave forma di cirrosi decide di ritirarsi in un centro salute fuori città. Là incontra Eun-hee di cui si innamora.
I due decidono di lasciare il centro per andare a vivere insieme. Ma le vecchie abitudini intralceranno presto tutti i loro buoni propositi.
La felicità, o il tentativo di raggiungerla sono spesso al centro delle romantiche storie di Hur Jin-ho. Regista dotato di un occhio decisamente orientato al melodramma, Hur Jin-ho costruisce storie il cui centro è sempre una felicità, perduta e di rado ritrovata, nel qual caso sarà solo per breve tempo.
I suoi protagonisti, come in questo struggente "Happiness", non hanno mai la forza di volontà, né il reale spessore morale di opporsi al destino di distruzione che spesso scrivono con le proprie mani.
Young-su ha un carattere debole e il suo tentativo di risollevarsi passa attraverso la dipendenza emotiva dalla sua storia d'amore con Eun-hee, la quala a sua volta è una persona ferita dalla vita e tristemente rassegnata all'imminenza della morte.
I due hanno una fugace possibilità di migliorare le loro condizioni di salute, costruita sul precario equilibrio di una ritrovata serenità emotiva, ma la debolezza e la scarsa volontà di cambiare di Young-su faranno da detonatore alla tragedia, che spesso accompagna i destini dei personaggi di Hur Jin-ho.
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