Recensione daybreakers
Recensione a cura di Anna Maria Pelella
Nel 2019 un virus ha trasformato la maggior parte della popolazione in vampiri. I pochi umani superstiti sono oggetto di una caccia spietata.
Alcune multinazionali finanziano ricerche sul sangue sintetico, e qualche governo sta improntando politiche di approvvigionamento ai limiti della legalità. Uno scienziato vampiro, Edward Dalton sta cercando un surrogato del sangue e nel frattempo si imbatte in una piccola comunità umana che sostiene di avere una cura per il vampirismo.
Nel 2019, praticamente dietro l'angolo, i vampiri sono la razza dominante. E come tale sono anche un tantino arroganti. Roba da far venire l'ulcera a Karl Marx. Ma tant'è, i vampiri sono la maggioranza e gli umani solo un simpatico aperitivo. Ce ne sono pochi e si cacciano come noi adesso facciamo con le balene. Chi puo' farlo continua a mangiarle, e tutti gli altri urlano allo sterminio. Uno scienziato vampiro buono sta cercando un modo di risolvere il problema, pensando giustamente che bersi l'ultimo umano e poi pensarci sopra sia un tantino autodistruttivo. Tanto più che ci sono dei vampiri cattivi in giro che diventano anche piuttosto spiacevoli se gli si nega il sangue.
Interessante, vero? Il futuro prossimo sembra un pochino meglio dell'apocalisse nucleare minacciata solo fino a pochi anni fa. E un tantino peggio di quello immaginato da Philip K. Dick.
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