Recensione scontro tra titani
Recensione a cura di Luke07
Figlio di Zeus, ma ignaro dei suoi mitici natali, Perseo cresce da uomo, vivendo normalmente la sua umile vita di pescatore insieme alla famiglia adottiva, finché questa non gli viene strappata dall'ira del dio degli inferi Ade. Si ritrova così, suo malgrado, catapultato nel bel mezzo di una guerra tra uomini e dei per il sovvertimento dell'ordine delle cose che vede i primi sottoposti all'obbedienza dei secondi, il che lo porterà a capo di una spedizione in un viaggio disseminato di pericoli, tra streghe veggenti, scorpioni giganti, gorgoni, stregoni del deserto ed altre entità demoniache, nel tentativo disperato di salvare la citta di Argo e la sua principessa dalla creatura infernale chiamata Kraken.
Ispirato al "Clash of the Titans" targato 1981 del regista Desmond Davis, il remake del francese Louis Leterrier, già autore di pellicole quali "Danny the Dog" e "L'incredibile Hulk", si differenzia dall'originale fin dal titolo italiano: non più "Scontro di Titani", bensì "Scontro tra Titani". Basta questa sottile variazione per porre le distanze tra i due film: non c'è più l'artigianale e affascinante stop- motion del maestro Harryhausen, che tanto aveva incantato gli spettatori 30 anni fa, sostituita dalle ben più moderne tecnologie digitali (compreso l'ormai onnipresente e inflazionato 3D), così come non vi è più traccia della vicenda sentimentale che vedeva coinvolti il protagonista Perseo e la principessa Andromeda: il cuore dell'eroe questa volta palpita per una new entry assai gradita, la Io interpretata dalla giovane e incantevole Gemma Arterton, personaggio assente nella pellicola originale per la quale gli sceneggiatori si sono presi ampia libertà.
Altra "licenza" è stata presa nella decisione di allargare il numero di componenti della spedizione volta a salvare le sorti della città di Argo e della sua principessa, per non parlare della soppressione degli intrighi, delle gelosie e dei dissidi tra gli dei stessi, che nella versione di Leterrier lasciano il passo ad un più "comodo" ed essenziale conflitto tra umani e divinità olimpiche, in nome della supremazia in terra.
Tutto insomma pare essere stato riadattato, plasmato in chiave moderna; sintomatica a riguardo la decisione di inserire, rispetto all'originale, un personaggio femminile, quello della Arterton appunto, che non è più solo ed esclusivamente modello di bellezza, meramente spettatrice dell'azione, ma che piuttosto risulta attivamente partecipe all'azione stessa, tanto da condizionarne gli esiti, capace di proteggere e consigliare l'eroe, nonché guidarlo nella ricerca di una propria identità, il che non fa che allinearsi al nostro contemporaneo cinematografico e sociale.
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