Recensione colazione da tiffany
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Recensione a cura di ele*noir (voto: 7,5)
Questo lungometraggio, firmato Blake Edwards è diventato un cult nella commedia americana come nel mondo della moda.
Holly è un'eccentrica ragazza che vive nella New York degli anni'60, tra mondanità ed eclettismo, alla ricerca di un miliardario "sotto i cinquanta" da sposare. Paul è uno scrittore spiantato e mantenuto dalla sua arredatrice-amante. Queste due anime vagabonde si incontrano nel palazzo in cui tutti e due abitano, e subito tra loro s'instaura un rapporto particolare. Fragilità ed eccentricità, comicità e commozione, tra amore e amicizia. Paul ben presto scoprirà la natura contraddittoria e selvaggia di Holly, ne conoscerà il passato e capirà quella fragilità che la porta ad essere perennemente in bilico tra malinconia e frenesia. Le "paturnie", come lei le chiama, sono sempre in agguato, e l'unica medicina con cui combatterle sembra essere la visita, spesso per colazione, alla gioielleria più famosa di New York e del mondo occidentale: Tiffany. Un'atmosfera che la rincuora e la protegge fino a farla sentire di nuovo bene.
Questa creatura così sfuggente e affascinante troverà alla fine la sua via, riconoscendo di non dover più scappare ma di poter amare, finalmente, senza compromessi e senza finzioni. Una ragazza della provincia che cerca di sentirsi libera e selvaggia, come il suo gatto senza nome, nella Grande Mela, in cui però soffre, fugge e si strugge, si nasconde e alla fine riesce pure ad innamorarsi.
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