Recensione garage
Recensione a cura di pompiere (voto: 7,0)
Per Josie, uomo grande e grosso addetto al servizio presso una pompa di benzina, spostare l'espositore dell'olio per auto è l'evento della giornata. La sua testa non ragiona alla stessa velocità delle persone comuni; purtroppo è un ritardato mentale e i disagi nei rapporti con gli altri sono evidenti. Il lavoro non è tutto questo granché, il garage è situato in un posto dove trafficano pochissime auto e camion perché si affaccia su una stradina secondaria.
Ingenuotto di buona volontà, Josie è disposto, senza batter ciglio, ad allungare il turno di apertura del fine settimana, orgoglioso e fiero, anche perché il proprietario Gallagher gli annuncia che un certo David lo aiuterà nelle mansioni. David ha 15 anni e non è altri che il figlio della donna che adesso sta insieme a Gallagher. Questo insolito connubio nella conduzione dei lavori presso la stazione di servizio causerà non pochi problemi a entrambi...
Presentato alla 39.ma "Quinzaine des Rèalisateurs" (Cannes, 2007) e premiato come Miglior Film alla 25.ma edizione del Torino Film Festival (sempre durante lo stesso anno) il "Garage" bello e malinconico di Leonard Abrahamson è una primizia di fine stagione, quello che ormai sembra destinato a essere il periodo migliore per presentare quei film che non riescono a trovare spazio nel caos della distribuzione nazionale. L'ambientazione, a parte l'angusto e sporco box, è da favola: il cielo irlandese risplende in tutta la sua bellezza sui verdi sobborghi di campagna.
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1 commento:
credo che tu abbia completamente sforato il messaggio del film: ovvero la mostruosità della cosiddetta normalità, la crudeltà degli integrati e la loro violenza verso chiunque sia diverso dal branco. Un film delicato e poetico ma anche tagliente come un rasoio per (i molti) che appartengono al branco di cui sopra.
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