giovedì 11 giugno 2009

Recensione WASABI

Recensione wasabi




Regia di Gérard Krawczyk con Jean Reno, Ryoko Hirosue, Michel Muller, Carole Bouquet, Ludovic Berthillot, Yann Epstein, Michel Scourneau, Christian Sinniger, Jean-Marc Montalto, Alexandre Brik, Fabio Zenoni, Veronique Balme, Jacques Bondoux, Yoshi Oida, Haruhiko Hirata

Recensione a cura di pompiere (voto: 4,5)

Hubert Fiorentini (Jean Reno) è un flic dalle maniere sbrigative. Non bada certo ai fronzoli quando ha a che fare con i malviventi (se non bastano le botte, ricorre a proiettili e bombe!) e, durante una zuffa in discoteca, mette per sbaglio k.o. nientedimeno che il figlio del Prefetto di Parigi. Inevitabili sono i due mesi di stop impostigli dal capo della Polizia, il quale lo invita a ritrovare equilibrio e serenità, suggerendogli di farsi una famiglia o, quantomeno, di rilassarsi con le donne.
Il nostro poliziotto smarrito prova così a indossare in via eccezionale qualche camicia di lusso, mettere su del profumo seducente, pensare di meno al golf (il suo sport e passatempo preferito) e di più all'altro sesso. Sembra quasi convinto che i cazzotti e la vita spericolata non facciano più per lui, e tenta di improvvisare una cena a lume di candela con la bella Carole Bouquet.
Ma Hubert non si fida più delle donne: una storia finita male ben 19 anni prima ha chiuso per sempre sottochiave il suo cuore.
Se non che, un'improvvisa telefonata dal Giappone gli annuncia la tragica scomparsa di Niko, la sua ex, e lui si reca nel paese del Sol Levante per partecipare alle esequie...

Fino a qui tutto sembra filare liscio nella pellicola diretta da Gérard Krawczyk: pimpante, sobria, simpatica, e con il personaggio di Reno decisamente accattivante. Ma quando l'azione si trasferisce in Giappone, si vede che lo zampino di Luc Besson (che qui scrive e produce) prende il sopravvento: dal momento dell'incontro di Fiorentini con la figlia Yumi lasciatagli in "eredità", il film scade (si mettono in scena capelli colorati e vestiti sfarzosi solo come pretesto di lusinga visiva, entrano in gioco personaggi strambi e tagliati con l'accetta, arredamenti con un design forzatamente high- tech, altre prevedibilità narrative e via americanizzando). La giovane Yumi si dimostra da subito fastidiosa per le sue continue effusioni e le sue insostenibili mossette di eccitata partecipazione.

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