Recensione coraline e la porta magica
Recensione a cura di pompiere (voto: 5,0)
Coraline Jones è una smorfiosetta spernacchiante e lentigginosa che si irrigidisce facilmente come la sua bacchetta da rabdomante, si tinge le unghie di blu (un'idea degli autori perché, così, fa tanto funesta e ribelle?), è terribilmente annoiata e non sa cosa fare nella casa "nuova" di 150 anni dove la famiglia si è trasferita.
I genitori non hanno tempo da dedicargli, la madre porta il collare in seguito a un incidente e il padre scrive a capofitto al computer un catalogo da giardino; la prima dovrebbe dedicarsi alle pulizie, il secondo alla cucina (ma quello che porta in tavola si limita solo a dello schifosissimo porridge e ad altra roba che chiama gelato e che, tuttavia, assomiglia più alla melma).
Un giorno, scorazzando qua e là per la grande abitazione, la bambina attraversa una porta segreta e scopre una versione alternativa alla sua uggiosa esistenza...
Diretto da Henry Selick, il regista di The Nightmare Before Christmas, Coraline si mette in evidenza per la notevole somiglianza (anche troppo spiccata) nei confronti del suo predecessore, grazie alla tipologia dei personaggi animati e delle altre creature od oggetti. Per il gusto sottilmente macabro, visto che, sulla sigla d'inizio del film, si mostra lo smembramento di una bambolina con tanto di fuoriuscita dei fili che la tengono insieme e spezzettamento delle imbottiture esibito in modo un po' osceno e sconveniente (si preferisce smembrare dalla bocca e si decide di palesarlo). Per le atmosfere lugubri, poco illuminate e deprimenti.
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