Recensione la scandalosa vita di bettie page
Recensione a cura di Giordano Biagio
"La scandalosa vita di Bettie Page", di Mary Harron, è un'opera a lungo attesa, agognata dai cinefili più raffinati, quelli dal gusto collezionistico ricercato. Inspiegabilmente Bettie Page è rimasta per troppo tempo assente dai programmi dei produttori cinematografici, pur essendo la vita della modella ricca di quegli ingredienti storici e di costume da sempre idonei a soddisfare una forte domanda di mercato.
La vita di un personaggio femminile come Bettie Page non è stata però mai trascurata dagli altri media; è stata anzi per un certo periodo il simbolo di tutta un'epoca, l'emblema straordinario di una complessa evoluzione del costume sessuale che procedeva, a ritmi inarrestabili, verso forme di emancipazione femminile del tutto inedite.
Il periodo che va dal 1949 alla fine degli anni '50 è caratterizzato infatti negli Stati Uniti da una significativa trasgressione dai rigidi costumi sessuali legati al puritanesimo, con una progressiva liberazione, tramite stampa e filmati brevi, da tabù considerati atavici che non ha precedenti; Bettie Page è stata, un po' inconsapevolmente, tra le protagoniste di questa fase progressista diventando una donna il cui nome veniva sempre più associato a quello dello scandalo, del riscatto sociale con il naturalismo del corpo che metteva in scacco l'ipocrisia sollecitando il pubblico delle riviste a godere senza colpe le immagini erotiche la cui tiratura cresceva in modo esponenziale. Bettie è stata una precorritrice del femminismo più moderno.
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