Recensione non si sevizia un paperino
Recensione a cura di pompiere (voto: 8,5)
Florinda Bolkan scava forsennatamente con le unghie su di un terreno aspro e roccioso, a due passi dall'autostrada, fino a che non rinviene un piccolo scheletro umano...
È l'inizio di "Non si sevizia un paperino", uno dei film più conosciuti di Lucio Fulci, che si svolge nell'immaginario paese di "Accendura", un minuscolo e misero territorio tra i monti della Lucania, dove Bruno Lo Cascio, dodicenne, risulta disperso; il padre ha ricevuto una telefonata anonima, quale richiesta di una somma in denaro come riscatto. Ma non sarà il pagamento a salvare la vita al piccolo. E di lì a poco un altro ragazzino viene ritrovato strangolato...
Strani personaggi animano il piccolo paese: si va dalla fattucchiera (Florinda Bolkan, appunto) impegnata tra arti magiche, bamboline vodoo e spilloni, ai fanciulli cresciuti troppo in fretta che fumano con disinvoltura, dalle poppute meretrici che concedono i loro favori, al guardone del villaggio. Per fortuna che c'è anche Don Alberto, un sacerdote che cerca di togliere dalla strada i giovani per avvicinarli alla Chiesa organizzando attività sportive e ricreative, un prete poco tollerante e bacchettone che censura pure le riviste in arrivo presso l'edicola.
Tra i nuovi approdati vi sono la signorina milanese ex-tossicomane Patrizia (Barbara Bouchet), una donna procace e sarcastica che prima irretisce un ragazzino mostrandosi nuda e poi apostrofa così l'officiante del paese: "Allora, Don Alberto, che hanno deciso a Roma? Vi potete sposare?", e Andrea Martelli (Tomas Milian), giornalista de "La notte" di Milano, venuto a rendere conto dei delitti compiuti verso le giovani creature e ben presto coinvolto direttamente nell'intrigo.
[...]
Leggi la recensione completa del film NON SI SEVIZIA UN PAPERINO su filmscoop.it
Nessun commento:
Posta un commento