mercoledì 24 giugno 2009

Recensione DEAD SILENCE

Recensione dead silence




Regia di James Wan con Ryan Kwanten, Amber Valletta, Donnie Wahlberg

Recensione a cura di Anna Maria Pelella

I coniugi Ashen vivono lontano dalla loro cittadina di origine, la minuscola Ravens Fair. Una sera gli viene recapitata una scatola contenente un pupazzo di quelli solitamente usati dai ventriloqui. Subito dopo Lisa viene uccisa, e Jamie sospettato dell'accaduto.
Fermamente convinto a provare la sua innocenza e la contemporanea implicazione del pupazzo negli eventi, Jamie decide di tornare alla città natale per indagare su una vecchia leggenda che parla di Mary Shaw, ventriloqua famosa anni prima che era stata uccisa da un gruppo di persone convinte del suo coinvolgimento nella sparizione di alcuni ragazzini.

I pupazzi dei ventriloqui, si sa, sono assai inquietanti. Quasi tutti hanno un'espressione niente affatto amichevole, e viene sempre da chiedersi, guardandoli, come sia possibile che un bambino possa assistere ad uno spettacolo con un pupazzo ventriloquo e continuare a dormire la notte. Anche questo qui non fa eccezione, ha persino una sinistra somiglianza con una marionetta di argentiana memoria. Ed è proprio a partire dall'arrivo del pupazzo che la vita dei coniugi Ashen si complica, anzi in verità diventa proprio un incubo. Lo smarrito Jamie insegue una reminiscenza dell'infanzia fin nel suo paese natio, solo per incontrare il dannato pupazzo dietro ogni angolo, il quale si ostina a tornare anche dopo un seppellimento, complice un poliziotto troppo solerte ed impiccione. Suo padre conosce la storia ma si guarda bene dal parlargliene e Jamie dovrà fare da solo tutta l'indagine che, se da una parte lo scagionerebbe, dall'altra gli darebbe seriamente da pensare circa il suo stato mentale. Naturalmente scopriremo i segreti del paesino non appena Jamie si metterà ad indagare, e non si tratta certo di accadimenti particolarmente originali.

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