mercoledì 10 giugno 2009

Recensione GIORNO MALEDETTO

Recensione giorno maledetto




Regia di John Sturges con Walter Brennan, Ernest Borgnine, Robert Ryan, Spencer Tracy

Recensione a cura di Giordano Biagio

"Giorno maledetto", di John Sturges, è un film USA a colori di grande impatto scandalistico uscito nel 1955, quando alcuni episodi di razzismo nei confronti dei Nisei, americani di origine giapponese, avvenuti durante la seconda guerra mondiale, cominciavano ad affiorare pubblicamente sconvolgendo la coscienza degli americani.
La pellicola si può considerare, da un certo punto di vista, l'ultimo western americano di impronta etico-giustizialista.

Il film è ambientato nel 1945 in una regione praticamente desertica degli Stati Uniti, due mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale, in un'atmosfera quotidiana seriosa e a volte triste, segnata dalle numerose tragedie rilasciate dalla guerra, che con lutti e disagi di ogni genere aveva profondamente inciso, per lungo tempo, sulla psiche e gli atteggiamenti di gran parte della popolazione americana.
Il disorientamento del vivere quotidiano, nonostante la pace e la vittoria appena ottenute, era in quel periodo ancora molto forte e dovuto principalmente allo sfilacciamento di molti tessuti sociali operato dalla guerra, inoltre la mancanza di notizie più dettagliate sullo stato reale della nazione accresceva nei cittadini il senso di insicurezza e di paura.
La popolazione maggiormente coinvolta dalla guerra cercava di ricostruire ogni giorno le vecchie relazioni sociali in parte perdute, al fine di risolvere qualche problema di ordine pratico e affettivo, ritornando a una vita regolare, ma in alcuni casi si accorgeva che era diventato molto difficile riprendere i rapporti, perché erano cambiate molte cose, e una banale ricerca di contatti poteva riservare sorprese di ogni tipo tra cui la morte del ricercato.

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