Recensione ken park
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Recensione a cura di ele*noir (voto: 8,5)
Non è semplice raccontare un'anonima triste vita. Figuriamoci quattro.
La via più semplice è quella del realismo, il miglior sostenitore della verità.
Ma la tristezza e la disperazione quanto la libertà e la spontaneità non sono ospiti gradite nel palco della società buonista.
La paura del turbamento e di chissà quale negativa contaminazione frenano l'interesse e la giusta voglia di capire. La censura allora viene nutrita abbondantemente di tutto ciò che può impressionare, o soltanto far curiosare in quella che, in fondo, è la realtà.
Una della tante verità della vita, in cui le sfumature generano uomini e donne fantastici nella loro bellezza come nella propria miserabilità.
"Se tu penserai, se giudicherai
da buon borghese
li condannerai a cinquemila anni più le spese
ma se capirai, se li cercherai fino in fondo
se non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo."
Fabrizio De Andrè
[...]
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