Recensione la guerra dei mondi (1953)
Recensione a cura di Giordano Biagio
In una piacevole serata estiva, agli inizi degli anni '50, a Los Angeles, alcune persone appena uscite dal cinema osservano stupite il cielo imbrunito, dove uno strano corpo cilindrico, completamente avvolto dalle fiamme, sta precipitando con una traiettoria obliqua verso la campagna circostante.
I vigili del fuoco si precipitano immediatamente sul luogo dell'impatto dove, nel frattempo, è scoppiato un incendio. Spengono le fiamme e osservano con attenzione il corpo che ha l'aspetto di un meteorite.
Alcuni particolari sulla dinamica dell'urto fanno però pensare che non sia facile identificare l'oggetto; il cratere creato dalla sua collisione è infatti poco profondo, insolitamente superficiale per una massa compatta come quella di un meteorite, e la traiettoria della caduta è sembrata ai più del tutto calcolata, come se il cilindro fosse controllato all'interno da qualcuno.
Nella notte tre cittadini di Los Angeles, probabilmente soffermatisi sul luogo a guardia dell'oggetto, notano che una grossa botola, rimasta fino a quel momento del tutto mimetizzata dal terriccio che ricopre il corpo precipitato, si sta rumorosamente svitando tanto da scivolare alla fine su un fianco del cilindro, come mossa da una mano invisibile.
Dall'interno luminoso fuoriesce poi, lentamente, un lungo braccio meccanico, completamente snodabile, con all'estremità un luminoso occhio elettronico in grado di scrutare con accurata precisione il terreno circostante.
Sorpresi e un po' impauriti i tre uomini osservano increduli quanto sta accadendo, finché a un certo punto, pensando di essere in presenza di veri e propri marziani - essendo in quei giorni il pianeta Terra alla minima distanza da Marte, cosa che avrebbe agevolato un eventuale "viaggio" tra i due pianeti - decidono di tentare un amichevole approccio con l'equipaggio.
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