mercoledì 23 dicembre 2009

Recensione A SERIOUS MAN

Recensione a serious man




Regia di Ethan Coen, Joel Coen con Simon Helberg, Michael Stuhlbarg, Richard Kind, Adam Arkin, George Wyner, Katherine Borowitz, Fyvush Finkel, Steve Park, Raye Birk, Amy Landecker, Stephen Park, Sari Lennick, Allen Lewis Rickman, Fred Melamed, Alan Mandell, Tim Russell, Jim Brockhohn

Recensione a cura di Jellybelly (voto: 8,0)

I Coen sono i migliori registi della loro generazione, e questo già era noto grazie a capolavori come "Fargo", "Il grande Lebowski", "L'uomo che non c'era" o "Crocevia della morte"; sono però sempre rimasti piuttosto lontani dal mainstream, guadagnandosi la scomoda etichetta di registi "di culto", che permetteva loro di dare ampio sfogo alla creatività. Le poche volte che si sono piegati ad esigenze di mercato (si vedano i poco riusciti "Ladykillers" e "Prima ti sposo, poi ti rovino") sembravano aver smarrito quel talento corrosivo che li aveva contraddistinti fino ad allora. Proprio per questo, lo straordinario successo di critica e pubblico del loro ritorno in grande stile, "Non è un paese per vecchi", gettava lunghe ombre sul prosieguo della loro carriera: l'anarchia creativa sarebbe stata messa a dura prova proprio dall'ampliamento della loro base di pubblico.
Noncuranti di tali possibili insidie, i Coen tornavano in sala dopo poco più di un anno con "Burn after reading", una sgangherata quanto deliziosa commedia demenziale piena zeppa di attori di richiamo (George Clooney, Brad Pitt, John Malkovich, Tilda Swinton) ma di scarso appeal presso il grande pubblico, rimasto disorientato.
Non paghi, a distanza di un altro anno propongono il loro nuovo lavoro, questo "A serious man", spingendosi ancora più in là: genere inclassificabile, humour nerissimo, un pugno di ottimi caratteristi pressoché ignoti e la dichiarata intenzione di prendersi gioco del pubblico.
Riuscendoci perfettamente.

Siamo in Polonia, nei pressi di Lublino, in un imprecisato passato. La vita di una coppia di contadini ebrei è scossa dalla presenza di un anziano viandante che sarebbe dovuto essere morto: forse si tratta di un dybbuk, un demone che si impossessa dei corpi dei defunti.
Titoli di testa, e ci ritroviamo nel Minnesota del 1967.
La quieta vita del mite professore di fisica ebreo Larry Gopnick viene sconvolta da una serie di disavventure più o meno gravi: la moglie gli confessa di avere una relazione extraconiugale con un amico di famiglia e chiede il divorzio; un suo studente tenta di corromperlo in cambio di una sufficienza; suo fratello Arthur rimane coinvolto in torbide storie di gioco d'azzardo, sesso e sodomia; l'antenna del televisore non ne vuole sapere di funzionare.
Larry affronta tutto con l'imperturbabile pazienza dei giusti, senza mai lasciare che le avversità abbiano la meglio sulla sua serietà.
O forse no.

[...]

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1 commento:

Seconda serata ha detto...

I Coen DEVONO spiazzare lo spettatore, sembra un gioco che frutta...