Recensione milano calibro 9
Recensione a cura di pompiere (voto: 8,0)
Ugo Piazza, alias Gastone Moschin, esce dopo 3 anni dalla prigione di San Vittore grazie a un'amnistia e l'accoglienza che riceve non è tra le più simpatiche.
Alcuni scagnozzi inviati da un tipo chiamato l'Americano lo seguono, lo sequestrano e lo picchiano, cercando di farlo parlare in merito alla sparizione di 300.000 dollari americani avvenuta poco prima del suo arresto.
Nella colluttazione gli vengono sottratti anche la carta d'identità e il permesso rilasciato dal carcere.
A Piazza non rimane altro che rivolgersi al commissario di polizia che lo conosce benissimo per i suoi trascorsi, il quale gli chiede una collaborazione per capire come si svolge il passaggio tra corrieri nello smistamento di soldi riciclati dall'organizzazione dell'Americano...
Buonissimo film di genere, il cosiddetto "poliziottesco", ma con evidenti venature noir, "Milano calibro 9" è diretto da Fernando Di Leo, un artigiano nel senso più stretto del termine.
Si vede che l'approccio verso lo strumento cinema è spesso arrangiato e un po' approssimativo, tuttavia il film si presenta come un valido prodotto indipendente girato con un budget risicato.
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