Recensione breathless
Recensione a cura di Anna Maria Pelella
Sang-hoon riscuote debiti per conto del suo amico Man-sik. La sua modalità comunicativa è la violenza, unico canale attraverso il quale entra in contatto col prossimo. Mentre consuma la sua vita picchiando indiscriminatamente amici e nemici, cerca di mantenere il rapporto col nipote Hyung-in, figlio della sorellastra, col quale passa il tempo che riesce a sottrarre al lavoro. Un giorno sulla traiettoria di un suo sputo rivolto al mondo si trova a passare Yeong-heui, giovane liceale il cui rapporto col prossimo rispecchia quello di lui. Tra i due nascerà un'amicizia che sopravviverà nonostante le condizioni impossibili in cui i due sono costretti a vivere.
Ddong pa-ri vuol dire letteralmente "mosche della merda". Yang Ik-june lo rivela in conferenza stampa a Rotterdam, dove vince il Tiger Award per la sua opera prima. Non avendo un idea su come intitolare il film per il mercato internazionale, Yang Ik-june si era affidato al suggerimento di un amico che conosce l'inglese, rinominando "Breathless" il suo notevolissimo esordio alla regia.
Curiosamente entrambi i nomi sono adatti a questa opera viscerale e serratissima, che vince numerosi altri riconoscimenti e si colloca tra i migliori lavori coreani dell'ultimo anno.
[...]
Leggi la recensione completa del film BREATHLESS su filmscoop.it
Nessun commento:
Posta un commento