Recensione candyman - terrore dietro lo specchio
Recensione a cura di Zero00 (voto: 7,5)
Leggende urbane, storie metropolitane insolite e curiose, che nel passar di bocca in bocca guadagnano sempre più credibilità. Un turbinio inarrestabile di "conosco qualcuno che conosce qualcuno", storie sorprendenti di ambientazione popolare, spesso successe a qualcuno non meglio identificato, che sia l'amico di un amico o un fantomatico cugino. Giusto il tempo di diventar credibili o, per lo meno, plausibili. C'è la leggenda dei coccodrilli nelle fogne, dei ladri di reni nei locali notturni, delle gang motorizzate che corrono a fari spenti nella notte. E poi c'è la leggenda di CandyMan.
Quest'ultima è la storia di un pittore nero, figlio di uno schiavo arricchito, che nell'epoca degli scontri razziali venne brutalmente torturato, fatto dilaniare dalle api e poi messo al rogo solo per essersi innamorato della donna sbagliata: una ragazza bianca. La leggenda racconta che, se una persona di fronte allo specchio ripete il nome di Candyman cinque volte, lo evocherà a costo della propria vita.
È su questa leggenda che Helen Lyle, studentessa di folklore moderno, decide di impostare la propria tesi di laurea.
Tra interviste e ricerche bibliografiche Helen scoprirà sempre più informazioni su questo bogeyman di ultima generazione, ad esempio che gli vengono attribuiti alcuni omicidi documentati, avvenuti nella parte più malfamata della città di Chicago, il Cabrini-Green. Tutto questo curiosare e investigare però non farà altro che attirare l'attenzione del vero Candyman, spirito ipnotico e sanguinario che con un uncino al posto della mano squarta chi non crede alla sua leggenda.
Da quel momento per la donna non sarà altro che un precipitare in un vortice di sangue e pazzia, da cui non riuscirà a risalire se non affrontando il demone che la incalza e accettandone l'esistenza.
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