Recensione mar nero
Recensione a cura di Mimmot
Il giovane regista fiorentino esordiente Federico Bondi dirige un film d'atmosfere e di sentimenti, ispirato per grandi linee alla propria storia personale e familiare, in cui le emozioni corrono veloci e i moti dell'animo si fanno sottile malessere di indefinibile insoddisfazioni, da cui è facile lasciarsi trasportare per colmare il vuoto delle nostre delusioni e dei nostri rimpianti.
Il tema centrale di questo film è il rapporto tra un'anziana donna e la sua badante straniera, ma anche quello delle difficoltà che vivono oggi gli stranieri per integrarsi nel nostro Paese.
È questo un fenomeno sempre più vasto che, se da un lato documenta l'evoluzione di un popolo che ormai rifiuta di compiere lavori considerati umili, dall'altro dimostra la labilità dei nostri ricordi, di quando i nostri antenati, in terre straniere, subivano il medesimo trattamento e le stesse umiliazioni.
Gemma è una donna di una certa età, che vive alla periferia di Firenze, nel quartiere di Gavinana, tra le vecchie case popolari e il nuovo centro commerciale, ed è rimasta vedova da poco tempo. È di salute malferma e soffre di una dolorosa malattia delle ossa e, come tutte le persone anziane, è insofferente a tutto ciò che disturba il suo vivere quotidiano. In più, oltre al dolore fisico che la tormenta, è rancorosa per la lontananza del figlio, Enrico, che vive e lavora a Trieste, da cui si sente abbandonata e trascurata.
Indurita dalle sofferenze fisiche e psicologiche, Gemma risulta una donna insopportabile e difficile da gestire, piena di pregiudizi e incattivita dalla vita che ormai sente inutile e gravosa.
Preoccupato per l'anziana madre, Pietro si mette alla ricerca di una persona che possa starle accanto e si prenda cura di lei; la trova in Angela, una giovane ragazza rumena giunta da poco in Italia con l'intenzione di trovare un lavoro che le permetta di guadagnare qualcosa e mettere da parte un po' di soldi per potere, un giorno, tornare in Romania e dare, finalmente, un figlio a suo marito, Adrian, rimasto nel proprio Paese.
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