Recensione ombre
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Recensione a cura di A. Cavisi
Leila, Hugh e Ben sono tre fratelli di colore, ma di sfumature diverse. Ognuno di loro coltiva sogni e ambizioni che è poi costretto a reprimere a causa dello scontro con la dura realtà.
"Ombre", esordio registico di John Cassavetes, è un film estremamente reale, quasi non si trattasse di cinema, ma di vita vera e propria.
Risultato eccellente ottenuto grazie ad una regia scrutatrice e indagatrice dell'animo dei suoi protagonisti e dall'estrema analisi psicologica dei personaggi, che appunto non risultano come tali. Non personaggi quindi, ma persone. È forse per questo che gli attori mantengono i propri nomi, che improvvisano sul canovaccio (quasi completamente inesistente) e che si muovono liberamente davanti alla telecamera, che si limita a spiare le loro vite, quasi come un occhio nascosto e indiscreto. È l'occhio di Cassavetes, che ha saputo dare vita ad uno dei più importanti film del cinema americano indipendente, girato con un budget irrisorio (ottenuto tramite una colletta radiofonica) e interpretato da attori che hanno risposto ad un'inserzione su un giornale.
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