lunedì 19 ottobre 2009

Recensione FALSO MOVIMENTO

Recensione falso movimento




Regia di Wim Wenders con Rüdiger Vogler, Marianne Hoppe, Hanna Schygulla, Nastassja Kinski

Recensione a cura di bulldog (voto: 9,0)

Dal Romanzo di Goethe "Wilhelm Meister. Gli anni dell'apprendistato" nasce il secondo film della "Trilogia della strada" del tedesco Wim Wenders.
È bene specificare subito che qui, del romanzo di Goethe, c'è soltanto la struttura narrativa di base, e questo perché nella trasposizione di Wenders in primis cambia il contesto storico - qui la Germania contemporanea - e in secondo luogo perché la storia è stata presa come pretesto per raccontare il male di vivere che scaturisce da una incomunicabilità che prende forma dopo tante riflessioni interiori nate, nel caso del protagonista, dal suo essere scrittore, mestiere che lo porta inevitabilmente a distaccarsi dalla realtà.
Secondo alcuni critici, che tendono a storicizzare sempre tutto, Wenders voleva mettere in risalto una particolare problematica diffusa nella Germania degli anni '70 ma a nostro parere il film, che ha come tema principale l'alienazione nella società contemporanea, è tutt'ora di grande attualità.

Wilhelm, il protagonista (interpretato da un ottimo Rudiger Vogler), è un aspirante scrittore che ha difficoltà ad interessarsi alla politica, alle problematiche degli altri e a tutto ciò che esiste al di fuori della sua solitudine. Di conseguenza aumentano quotidianamente dentro di lui la nausea l'impossibilità a stabilire rapporti umani.
Interiormente si insinua pian piano l'idea del viaggio come mezzo di conoscenza, essenziale per comprendere la vita. Intraprendendolo incontrerà alcuni personaggi che man mano si uniranno al suo poetico girovagare, esseri silenti accomunati da un forte disagio per la vita, con i quali inizierà a trascorrere le giornate.
Tra loro c'è Mignon (un esordiente Nastassja Kinski), ragazzina muta che scruta continuamente e con grande curiosità (e attrazione) lo scrittore.
Accompagnata dal vecchio Lafrest (uno smarrito nostalgico) c'è Therese, attrice di cui Wilhelm si innamora in stazione.
Poi c'è Bernard, un ragazzone bizzarro anch'esso in cerca di motivazioni e, infine, c'è un industriale aspirante suicida.
Wilhelm sembra legare molto con Therese ma è soltanto apparenza, così come in apparenza si mostra disponibile con tutti gli altri personaggi aggregatesi. Il suo forte disinteresse per le esperienze vissute dagli altri lo porterà col passar dei giorni a far divergere le strade di tutti facendo sgretolare la compagnia definitivamente.

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