martedì 27 ottobre 2009

Recensione I RACCONTI DELLA LUNA PALLIDA D'AGOSTO

Recensione i racconti della luna pallida d'agosto




Regia di Kenji Mizoguchi con Sakae Ozawa, Kinuyo Tanaka, Masayuki Mori, Machiko Kyo

Recensione a cura di Ciumi (voto: 10,0)

Se si pensa a quante pellicole del maestro del cinema Kenji Mizoguchi, a quali meraviglie destinate all'immortalità, a quanti capolavori, per dura legge degli eventi, si è dovuto per sempre rinunciare, non si può che provare nell'approccio alla sua opera, assieme alla debita ammirazione, un certo senso di rammarico.
Già il terremoto che colpì la capitale giapponese nel 1923 disperse gran parte dei suoi primi lavori; e ad assumere il ruolo di distruttrice definitiva fu ancora una volta la guerra - la Tokio bombardata. Nondimeno, il tempo e il clima hanno fatto la loro parte, riducendo ulteriormente la sterminata filmografia del maestro.
Per fortuna però - quasi sto anticipando involontariamente il miracolo dei vasi, che vedremo più avanti - qualche superstite è rimasto, e nel dopoguerra Mizoguchi ha sfornato (casualmente il termine è più che appropriato) una serie di capolavori di "intatta" bellezza e spiritualità.
Intatta, ma tra le virgolette; poiché lo stesso "I racconti della luna pallida d'agosto" arriva in verità ai nostri giorni mutilato di circa 47 minuti, perduti irreparabilmente anch'essi, ma ciononostante reduce di tutto il proprio fascino e della propria grazia infinita.

Come il chiarore della discreta luna (già il titolo è di per sé emblematico: si è nel limpido agosto, ma la luna è pallida) Mizoguchi rischiara le campagne devastate dalla guerra, inargenta l'acque desolate e spettrali del lago Biwa, alle cui rive opposte, finemente raccontati e musicati, destini differenti s'intrecciano, spiriti convivono con personaggi reali, vi si trovano assorti simboli quotidiani e al contempo magici come i già citati vasi.

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