mercoledì 28 ottobre 2009

Recensione IL COLOSSO DI RODI

Recensione il colosso di rodi




Regia di Sergio Leone con Rory Calhoun, Lea Massari, Georges Marchal, Conrado San Martin

Recensione a cura di pompiere (voto: 5,5)

Rodi è l'isola della pace, delle rose e delle belle donne. Almeno questa è la visione che hanno del luogo il sovrano e i suoi tirapiedi.
Ma il popolo è, in realtà, ridotto in schiavitù e versa sudore e sangue, lottando per la libertà. I reali di Rodi pensano in grande, come pervasi da un senso di folle megalomania; la posizione al centro dei mari è preziosa e l'idea è quella di diventare lo scalo più protetto del Mediterraneo, nella certezza di potersi svincolare da Atene grazie all'alleanza con i Fenici.
Il paese è in pericolo perché sta per essere venduto allo straniero, oltretutto all'insaputa del Re Serse. L'unico che sembra in grado di salvare il destino dell'isola è Dario (Rory Calhoun), coraggioso ateniese vincitore dei Persiani.

Considerato il debutto di Sergio Leone (anche se egli aveva già codiretto "Gli ultimi giorni di Pompei"), "Il colosso di Rodi" ha in sé i germi di quelli che in seguito saranno le pellicole aventi propositi di kolossal, quelle che animeranno in specie gli ultimi anni di lavoro del grande regista italiano.
Girato con l'idea di divertirsi e basta, ma soprattutto con lo scopo di procurarsi denaro, si inserisce in modo un po' anomalo nel filone dei film di genere storico-mitologici visto che Leone fa di tutto per ridimensionare i contenuti tipici di questo movimento.
L'attendibilità storica viene lasciata volutamente fuori della porta: il soggetto allude alle recenti guerre persiane combattute, in realtà, dagli ateniesi solo nel secolo precedente la costruzione del colosso di Rodi.

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