giovedì 22 ottobre 2009

Recensione INTRIGO INTERNAZIONALE

Recensione intrigo internazionale




Regia di Alfred Hitchcock con Cary Grant, Eva Marie Saint, James Mason, Jessie Royce Landis, Leo G. Carroll, Josephine Hutchinson

Recensione a cura di pompiere (voto: 9,5)

Nel mondo della pubblicità non esistono bugie, solo parecchie esagerazioni. Ecco quindi che un brillante pubblicitario Roger Thornhill (Cary Grant), dallo sguardo sornione e seducente, a causa di un equivoco è oggetto di uno scambio di persona. I suoi rapitori, prendendo un granchio, credono che egli sia un certo signor Kaplan e lo conducono presso la maestosa abitazione di Lester Townsend, nello stato di New York.
Da qui, una serie di avvenimenti frenetici e irreversibili daranno da fare al nostro Roger il quale, sballottato da una situazione incomprensibile all'altra e in costante pericolo di vita, sarà costretto a cavarsela in qualche modo.

Tutte le piste che proviamo a seguire, alla ricerca di tracce e indizi che possano permetterci di comprendere qualcosa sui perché della storia, sembrano chiudercisi in faccia, come le porte dell'autobus sul volto di Hitchcock all'inizio del film.
Il regista si diverte a farci smarrire in questo labirinto, e tutto quello che è in grado di concedere sono particolari futili e ingegnosamente ironici (ci fa sapere, per esempio, che Kaplan ha la forfora ed è di qualche taglia inferiore a Thornhill).
L'ironia la fa da padrona; poche volte come in questo film Hitchcock se ne è servito per sciorinare battute a raffica. Tutta la prima parte con tanto di madre al seguito (una raggiante e salottiera Jessie Royce Landis) che riprende causticamente le situazioni nelle quali si è cacciato il figlio Roger è fresca, invitante e briosa. Una signora viziata dalle partite di bridge con le amiche, che si concede di accettare i soldi del figlio per ottenere la chiave di una camera d'albergo, è un modo non convenzionale di narrazione.
Si vede che il nuovo "complice" nella sceneggiatura, Ernest Lehman, ha intenzione di riportare quell'allegria sepolta dalle vicende de "La donna che visse due volte". Il lavoro del prosatore ridà luce ai personaggi, trionfando con i suoi dialoghi brillanti e astuti.

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