Recensione stati di allucinazione
Recensione a cura di ULTRAVIOLENCE78 (voto: 8,5)
"Il professore di medicina e ricercatore Eddie Jessup conduce su se stesso degli esperimenti galleggiando dentro una vasca di deprivazione sensoriale, ossia in assenza completa di percezioni, senza la cui distrazione egli ritiene di poter condurre un'analisi introspettiva della propria coscienza, un vero viaggio esplorativo nel proprio passato.
Il ricercatore viene a sapere che nel Centro America gli sciamani utilizzano una droga allucinogena, la quale conferirebbe agli assuntori il potere di perlustrare una sorta di memoria collettiva ancestrale. Entusiasta delle esperienze drogastiche, Eddie unisce l'uso di tale sostanza stupefacente con quello della vasca d'isolamento, affinché possa espandere il suo viaggio oltre la propria origine, via via attraverso la filogenesi degli ominidi (trovandosi persino trasformato in australopiteco) fino alle forme di vita elementari, col rischio di vedere il proprio corpo regredire alla materia primordiale dell'epoca della formazione del Big Bang"
Fonte: Wikipedia
Un film ultravisionario di un autore che ha fatto della visionarietà (ancor prima di David Lynch) il suo segno distintivo. A tal proposito, come non ricordare il rutilante "Tommy", prima rock-opera della storia del cinema tratta dall'omonimo album degli Who: una conflagrazione di luci, colori e immagini squisitamente kitch, per raccontare, con una vena surreale spiccatissima, l'odissea di un ragazzo indifeso.
Stati di allucinazione" è infatti una delle opere più estreme di Ken Russell: un viaggio lisergico ai confini della mente umana, attraverso la figura dello scienziato Eddie Jessup, a sua volta ispirata a quella reale del ricercatore e psichiatra americano John Lilly.
Lilly è conosciuto soprattutto per aver ideato l'esperimento della vasca di deprivazione sensoriale. Tale esperimento consisteva nell'immergere un soggetto in una vasca buia, insonorizzata e riempita con acqua satura di sale solfato di magnesio, mantenuta in stato di isotermia al fine di favorire l'eliminazione della sensazione tattile.
Attraverso la preclusione di qualsiasi tipo di percezione sensoriale, lo scopo era quello di far lavorare il cervello in assenza totale di stimoli esterni e, in questo modo, verificare fin dove questo riuscisse a spingersi. Gli effetti erano quelli di un estremo rilassamento prima, e di un profondo stato onirico poi, durante il quale potevano manifestarsi vere e proprie allucinazioni.
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