lunedì 23 novembre 2009

Recensione PRIMA DEL TRAMONTO

Recensione prima del tramonto




Regia di Richard Linklater con Ethan Hawke, Julie Delpy, Vernon Dobtcheff, Louise Lemoine Torres, Rodolphe Pauly, Mariane Plasteig

Recensione a cura di Mimmot

Le promesse non mantenute sono come le foglie morte: stanno lì, sospese nell'aria a fluttuare nel vento d'autunno. La prima non te la scordi, come un tassello scolpito nella memoria in cui c'è persino l'odore di quel momento in cui l'hai pronunciata, il gusto di quelle lacrime trattenute che adesso sono lontane.
Memorie. La prima e poi le altre e poi le altre ancora, da non ricordare più quante, tanto da essertele dimenticate.
Comodo l'alibi della memoria per abdicare al proprio ruolo. L'età, il conformismo, la resa mascherata giocano un ruolo decisivo per sperimentare quel rimpianto che nemmeno sapresti dire, e che sta in agguato perfino in un futuro rovesciato.

Ed è forse il rimpianto, insieme all'innocenza persa con quella promessa non mantenuta, che fa riannodare quel filo spezzato una mattina di nove anni fa, quando Jesse e Celine si erano promessi di rivedersi tra sei mesi, al binario 9 della stazione di Vienna, che aveva assistito al debutto del loro amore.
Li avevamo lasciati, giovani studenti, dopo un incontro casuale durato una intera notte e nutrito di sogni che regalano occhi nuovi per guardare il mondo e le cose. Jesse e Celine si sarebbero dovuto incontrare dopo sei mesi per dare un seguito a quel sentimento che aveva appena fatto in tempo ad esordire, prima che ciascuno riprendesse la propria strada e la propria vita. Poi si torna sempre dentro se stessi e si dimentica.
E così quella promessa era stata dimenticata e quello che sarebbe potuto essere non era stato. E adesso sono lì, orfani di un'esperienza che non ha eguali e spogli di quella strepitosa, tenerissima, quasi infantile capacità di svelare la potenza di un sentimento che nemmeno conosci.

[...]

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