Recensione il fascino discreto della borghesia
Recensione a cura di Stefano Santoli (voto: 10,0)
"Compiuto il lavoro di interpretazione, ci accorgiamo che il sogno è la realizzazione di un desiderio".
Sigmund Freud, "L'interpretazione dei sogni"
Sette personaggi sono al centro del film. Don Rafael (Fernando Rey, un'icona di Buñuel) è un ambasciatore dell'immaginaria repubblica di Miranda. Suoi amici sono Thévenot (Paul Frankeur) e il più giovane Sénéchal (Jean-Pierre Cassel); i tre sono complici in un giro di importazione di cocaina, perennemente intimoriti di essere scoperti e arrestati. Probabilmente inconsapevoli di questo traffico illecito, le mogli degli ultimi due, la signora Thévenot (un'austera Delphine Seyrig) e la signora Sénéchal (una gelida Stéphane Audran).
La signora Thévenot tradisce il marito con Don Rafael.
I signori Thévenot sono sempre accompagnati dalla giovane parente Florence (Bulle Ogier). In lei si ravvisano segni della generazione più giovane (e alienata) di questa alta borghesia: ha un debole per l'anticonformismo (ma in modo totalmente snob e vuoto di senso), ed è disinibita con l'alcool (senza reggerlo).
Alla compagnia si aggiunge un vescovo (Julien Bertheau), che chiede e ottiene di essere assunto come giardiniere dai Sénéchal; a lui, proprio in qualità di vescovo, non si può negare un posto a tavola.
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