Recensione il testamento del mostro
Recensione a cura di A. Cavisi
Il notissimo psichiatra Cordelier redige un testamento lasciando tutti i suoi cospicui averi allo sconosciuto signor Opale, che si rivela essere molto presto un individuo davvero raccapricciante.
Non più dottor Jekyll, ma dottor Cordelier; niente Mr. Hyde, ma Monsieur Opale. Scordiamoci Londra e catapultiamoci a Parigi.
E' chiaro che il grande regista francese Jean Renoir si è ispirato al noto romanzo di Stevenson "Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde" per girare questa sua pellicola, anche se ha modificato, rendendolo del tutto personale, il punto di vista dello scrittore scozzese.
Tralasciando l'opinabilità o meno del messaggio insito nelle vicende di Cordelier/Opale, "Il testamento del mostro" è un ottimo film, girato perfettamente (con l'uso contemporaneo di diverse macchine da presa) e recitato in maniera quasi sublime. A farla da padrone è ovviamente l'attore protagonista, Jean-Louis Barrault, che riesce a conferire al dottore un aspetto quasi più viscido e antipatico del mostro suo doppio. "Cordelier è un paranoico", dice lo psichiatra suo rivale, e non si stenta a crederci durante la visione del film, dato che il dottore appare quasi sempre come se fosse estraneo alla realtà, tanto più che Opale nel finale afferma: "E' il testamento di un mostro a favore di un altro mostro".
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