Recensione viaggio all'inizio del mondo
Recensione a cura di Stefano Santoli (voto: 10,0)
In un giorno di pausa durante la lavorazione di un film, un anziano regista (che si chiama Manoel, come De Oliveira, ed è interpretato da Marcello Mastroianni) è in viaggio, insieme ai suoi attori, verso il paese d'origine del padre di uno di essi, Afonso (interpretato da Jean-Yves Gautier).
Li accompagnano Duarte (Diogo Doria) e Judite (Leonor Silveira), due tra i volti più ricorrenti nel cinema di De Oliveira. Ad essi è affidato principalmente il ruolo di spettatori. Il conducente della vettura, che non si vede mai, è interpretato – in una trasparente metafora – dallo stesso regista del film, Manoel De Oliveira.
Il viaggio in auto è costituito da una serie di tappe in luoghi della giovinezza di Manoel. La meta finale, invece, è uno sperduto paesino rupestre, in una remota regione montuosa dove il Portogallo confina con la Spagna. Afonso non c'è mai stato. Ma è lì che è nato suo padre, ed è lì che questi ha vissuto da ragazzo, prima di scomparire al di là delle montagne e farsi una vita all'estero, in Francia. Afonso è infatti francese, e ora giunge per la prima volta in questo paesino, mosso dalla curiosità di conoscere il luogo da dove fuggì il padre.
In questo paesino, Afonso farà la conoscenza di una vecchia zia che non ne è mai uscita (interpretata da un'attrice veramente straordinaria, Isabel de Castro). Nell'iniziale diffidenza di lei, si farà strada una graduale, sempre più profonda commozione.
Lo spunto da cui trae origine il film (la vicenda dell'attore Jean-Yves Gautier) è reale.
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