venerdì 22 ottobre 2010

Recensione INNOCENTI BUGIE

Recensione innocenti bugie




Regia di James Mangold con Tom Cruise, Cameron Diaz, Peter Sarsgaard, Paul Dano, Maggie Grace, Marc Blucas, Viola Davis, Jordi Mollà, Dale Dye, Liam Ferguson, Alex Revan

Recensione a cura di Luke07 (voto: 6,0)

Roy Miller (Tom Cruise) è un agente federale coinvolto in un complotto internazionale che vede come pomo della discordia una batteria dalle capacità illimitate. Impegnato nella difesa della stessa e del suo creatore, uno studente giovane e brillante, Roy trova in June Havens (Cameron Diaz) una splendida, quanto improbabile, spalla che con l'evolversi degli eventi scoprirà una parte ancora inesplorata di se stessa, oltre ad una impensabile intesa con il suo inatteso partner.

Arriva in Italia dopo i deludenti risultati ottenuti in patria "Innocenti Bugie", titolo italiano dell'originale "Knight & Day", che riunisce il protagonista di "Top Gun" alla biondina di "Charlie's Angels", dieci anni dopo averli visti duettare insieme per Cameron Crowe in "Vanilla Sky".
La trama è quanto di più scontato si possa immaginare. Non c'è assolutamente nulla di nuovo, tanto che a tratti sembra quasi di assistere ad un film di "Mission: Impossible", se non fosse che "Innocenti bugie" è caratterizzato da una forte vena ironica che invece non vediamo nella trilogia con protagonista Ethan Hunt. Qui Tom Cruise gioca a fare la parodia di se stesso e la Diaz torna a vestire i panni della bella fanciulla, ma ingenua e impacciata, che tanto bene le portò per il lancio della sua carriera.
Insomma, le premesse per ottenere dei buoni risultati al botteghino c'erano tutte: due ex-star in cerca della gloria perduta, ma che calamitano sempre un certo interesse, e una storia di quelle stile "usato sicuro", poco rischio (a livello di sceneggiatura ) ma tanto incasso, equazione tanto in voga ad Hollywood nelle ultime stagioni e che tanto bene ha sempre portato, incentivata dai "re Mida" produttori cinematografici Jerry Bruckheimer e Michael Bay.
Pare che il vento stia cambiando, però, e proprio Bruckheimer è stato il primo a farne le spese con le sue ultime "creature" decisamente sotto gli standard abituali, vedi i recenti "I Love Shopping", "G-Force", "Prince of Persia: Le sabbie del tempo" o "L'apprendista stregone". La lezione è semplice: pare evidente che non si possa più vivere sugli allori, ma piuttosto si rende necessario qualche rischio in più o qualche rischio e basta, perché il pubblico non sembra più propenso a farsi ingannare passivamente.

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