Recensione l'assassinio di un allibratore cinese
Recensione a cura di A. Cavisi (voto: 8,5)
Cosmo Vittelli, gestore e padrone di un night club a Los Angeles, dopo aver estinto i suoi debiti con un usuraio, si ritrova a dovere estinguere un debito di gioco di 23.000 dollari con una banda di mafiosi, che lo costringono a portare a termine l'omicidio di un allibratore cinese.
Primo gangster-movie di Cassavetes (a seguire ci sarà "Gloria"), "L'assassinio di un allibratore cinese" è anche il primo film del regista americano (se si esclude il mainstream e convenzionale "Gli esclusi") che si allontana dal suo stile abituale e dalla sua idea di cinema. In questa opera "succede qualcosa" nel senso che notiamo la presenza di un canovaccio più corposo e lineare rispetto alle sue grandi pellicole che lo hanno reso inimitabile, quali "Ombre", "Volti" o "Una moglie", nei quali in realtà succedeva tutto ma in pratica non succedeva niente.
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