Recensione la pecora nera
Recensione a cura di kowalsky (voto: 7,5)
"Raccolgo memorie di chi ha conosciuto il manicomio, un po' come facevano i geografi del passato. Questi antichi scienziati chiedevano ai marinai di raccontargli com'era fatta un'isola, chiedevano a un commerciante di spezie o di tappeti com'era una strada verso l'Oriente o attraverso l'Africa. Così io ascolto le storie di chi ha viaggiato attraverso il manicomio, non per costruire una storia oggettiva ma per restituire la freschezza del racconto e l'imprecisione dello sguardo soggettivo, la meraviglia dell'immaginazione e la concretezza della paure che accompagnano un viaggio"
(Ascanio Celestini)
Sono infinite le percezioni morali e culturali di questo film. Un esordio, tratto dal libro omonimo di Celestini intitolato con eloquenza "La pecora nera - il manicomio elettrico", che riflette una concezione di cinema neutrale, a metà strada tra Pasolini e la staticità autunnale del cinema dell'Est europeo.
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