Recensione la colazione dei campioni
Recensione a cura di A. Cavisi (voto: 6,5)
Dwayne Hoover, famoso commerciante di automobili, tenta disperatamente il suicidio perché ossessionato dal lavoro e dalla famiglia, ma alla fine riesce a trovare l'aiuto che cercava grazie ad uno scrittore fallito di romanzi fantascientifici, nel quale l'imprenditore si rispecchia.
Fracassone ed esagerato sono i primi due aggettivi che vengono in mente sul film , perché in realtà le idee e le trovate ci sono eccome, ma andrebbero presentate con più garbo e stile.
La colazione dei campioni avrebbe potuto essere uno di quei fatati film alla Gilliam o uno di quelli geniali alla Coen. Invece qui, le immagini, i colori, i suoni, gli attori stessi vengono letteralmente lanciati a briglia sciolta, senza un minimo di criterio. Certo i momenti esilaranti non mancano e si fanno ricordare anche a distanza di tempo, ma tutto questo non basta. Come dimenticare,ad esempio, il grande autoironico Nick Nolte vestito in lingerie femminile, o Bruce Willis con tanto di tupé che, per zittire i suoi interlocutori, stringe tra le mani la loro lingua; o ancora Albert Finney, scrittore fantascientifico fallito (alter ego dello scrittore Vonnegut autore del romanzo da cui è tratto il film), che entra in uno specchio passando in un'altra dimensione dove torna bambino? Ma al di là di questo, il film non riesce ad andare: il messaggio si perde nei meandri delle miriadi di scritte sovrapposte o di canzoni un po' troppo ripetute o di visioni tra lo psichedelico e il grottesco.
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