venerdì 6 marzo 2009

Recensione COVER BOY - L'ULTIMA RIVOLUZIONE

Recensione cover boy - l'ultima rivoluzione




Regia di Carmine Amoroso con Eduard Gabia, Luca Lionello, Chiara Caselli, Francesco Dominedò, Gabriel Spahiu, Luciana Littizzetto

Recensione a cura di Mimmot

Sul finire del 1989 la Romania visse le sue giornate più tragiche che culminarono nella caduta del regime di Nicolae Ceausescu (evento cui fa riferimento il sottotitolo "L'ultima rivoluzione"), il conducator che non era riuscito a sviluppare il paese e aveva offuscato tutto sotto il culto della personalità.
Anche se non si saprà mai con certezza cosa sia stata veramente la rivoluzione rumena - se un colpo di Stato, una rivolta di Palazzo o una vera rivoluzione popolare - l'abbattimento e la fine del tiranno stalinista Nicolae Ceausescu e della sua polizia politica (la tristemente nota Securitate) hanno e continueranno ad avere moltissimi lati oscuri. L'evento è diventato l'emblema drammatico tra l'utopia ideologica e la sua concreta attuazione: i sogni dell'egualitarismo rivoluzionario si sono infranti nella realtà della storia e l'ideale comunista si è arreso al consumismo occidentale consegnando molti alla flessibilità,alla precarietà e all'insicurezza esistenziale.

Nella Bucarest di quei giorni visse la sua maturazione personale Loan, un bambino di 11 anni, che di quella notte di cruciali avvenimenti porta ancora negli occhi la dolorosa immagine del padre, ucciso mentre tentava di soccorrere per strada una donna ferita, e nell'animo i segni di una rivoluzione tradita che si coniuga ancora con il sogno costante di un futuro diverso. Per realizzare il suo sogno Loan, diventato adulto, accetta la proposta di un amico di lasciare insieme a lui il paese e partire alla volta dell'Italia in cerca della proverbiale "vita migliore" soltanto che, durante un controllo alla frontiera, l'amico viene trovato senza documenti e bloccato dalla polizia di confine. Loan si ritrova, così, da solo in una Roma sconosciuta e ostile, senza permesso di soggiorno e nella necessità di sfuggire ai controlli della polizia.
Spaesato, senza un euro in tasca, con scarsissima conoscenza della lingua italiana si trova costretto ad aggirarsi intorno e dentro la stazione Termini, a dormire sui pavimenti sotto le pensiline fino all'incontro con Michele, un ragazzo abruzzese poco più grande di lui, emarginato e sconfitto (quanto, se non più di lui) che si barcamena tra un lavoro con contratto a termine (che regolarmente non verrà rinnovato) e una padrona di casa che lo tiranneggia e alla quale non sa come pagare l'affitto. Due mondi che si incontrano, destinati a incidere l'uno nella vita dell'altro, un incontro che cambierà per sempre le loro vite: diversi eppure eguali, assimilati come sono dall'emarginazione e dalla precarietà del loro futuro.
Superati i primi momenti di diffidenza, soprattutto da parte dell'italiano aggrappato ai pregiudizi sugli immigrati delinquenti e ladri di posti di lavoro, Michele offre al ragazzo ospitalità nel suo squallido monolocale in cambio di pochi euro, che lo aiuteranno a pagare la pigione all'esosa proprietaria dell'alloggio (un'attrice fallita), e di un po' di calore umano che ben presto si trasforma in un sentimento molto più profondo, che cova inespresso, fragile e irrisolto. Una tentazione omoerotica difficile da sostenere in un contesto di disagio sociale, che limita l'espressione dei propri sentimenti e impedisce di vivere serenamente la propria sessualità.

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