mercoledì 25 marzo 2009

Recensione HAZE

Recensione haze




Regia di Shinya Tsukamoto con Shinya Tsukamoto, Kahori Fujii, Takahiro Kandaka

Recensione a cura di Anna Maria Pelella

Un uomo si risveglia nel buio più totale. Non sa dove si trovi nè come ci sia finito e il posto in cui è rinchiuso appare inquietantemente pericoloso. A tentoni, nel buio che inghiotte ogni cosa, cercherà di esplorare le sue possibilità di fuga e nel frattempo di recuperare il ricordo di ciò che è accaduto.

Tutto comincia con un risveglio al buio, metafora assai fuorviante del processo di consapevolezza, dal momento che non verrà fatta nessuna luce, quindi tutte le avvenute acquisizioni del protagonista resteranno in parte nell'ombra e quelle che alla fine vedranno la luce non saranno spiegate. Tsukamoto non risponde a nessuno dei quesiti fondamentali che pone e cioè: chi sono, dove sono, da dove vengo e dove sto andando. Il protagonista, di cui mai sapremo il nome ha una terribile amnesia e si pone mille domande circa il proprio stato, intanto potrebbe esser prigioniero di una guerra che non ricorda essere scoppiata. Oppure vittima di un ricco pervertito che si diverte ad imprigionare le persone, e poi a ferirle lasciandole morire nel sotterraneo delle sua stessa anima.

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