Recensione in the name of the king
Recensione a cura di pompiere (voto: 6,0)
Farmer è un contadino ostinato e infaticabile che lavora la terra nella contea di Stonebridge durante il Medioevo. Orgoglioso, trascorre felice il suo tempo con la famiglia composta dalla bella moglie Solana e il giovane figlio Zeph. Sfortunatamente la sua quiete viene turbata dall'arrivo dei Krug, cani trasformati in energumeni facinorosi e decerebrati da una magia. L'infido stregone a capo di questa insurrezione, che ha lo scopo di insidiare la vita del Re, è Gallian.
Farmer riuscirà, con l'aiuto di amici, familiari, maghi ed eserciti a mettersi presto sulle sue tracce...
Tratto dal videogioco "Dungeon Siege" del 2002, "In the name of the king" è un adattamento cinematografico pertinente che non va oltre il mero divertissement e un approccio disimpegnato. Il film riserva anche qualche sorpresa e appassiona con la narrazione e la spettacolarità dell'azione a dispetto della più classica storia e dell'ambientazione fantasy nel quale è confinato.
Abbiamo l'impressione che il regista Uwe Boll non sia poi così sterile come vogliono farci credere le poche considerazioni che la sua carriera cinematografica ha avuto fino a qui. Abile nel dirigere contemporaneamente due piani narrativi differenti e sovrapposti, riesce ad approfittare di qualsivoglia escamotage di racconto appena interessante. Il montaggio che lo affianca in questo lavoro non è certo fortuito. Tutto ciò ha un effetto positivo, perché fa aumentare l'attenzione a ciò che si sta assistendo grazie anche a inquadrature efficienti.
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