Recensione il mucchio selvaggio
Recensione a cura di Gilles
Come ogni racconto western, "Il Mucchio Selvaggio" è una storia che parla al di là di se stessa, che tramanda dei significati ulteriori alle circostanze che rappresenta, una storia che erompe dalla sua cornice formale per distendesi in uno spazio e in un tempo che perdurano dopo, oltre la visione.
Pike (W. Holden), Dutch (E. Borgnine), i fratelli Tector e Lyle (B. Johnson e W. Oates), e Angel (J. Sànchez) sono i componenti del gruppo, un manipolo di banditi che si aggira per le aride cittadine degli Stati Uniti al confine col Messico in cerca di "ultimi colpi".
Il Mucchio è braccato avidamente, per tutto lo svolgersi della storia, da un altro mucchio (meno selvaggio? Selvaggio allo stesso modo?) capitanato da Deke Thorton (R.Ryan), vecchio amico e nuovo nemico di Pike, assoldato dal magnate delle ferrovie per catturarli, vivi o morti. Lo sfondo storico in cui si inscrive questa vicenda è il primo ‘900 della rivoluzione messicana di Pancho Villa, che costringe gli Stati Uniti a difendere i confini del Texas e del New Mexico sfruttando per la prima volta i freschi prodigi della tecnica, come l'aeronautica o l'artiglieria pesante. È tutta una storia di mucchi, in fondo: attorno a quello centrale orbita non solo quello di Thorton, ma anche quello dell'esercito americano, quello degli indios, che rivendicano il possesso della loro terra, e quello del generale Mapache, condottiero delle forze armate del governo messicano e nemico dei rivoluzionari.
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