giovedì 26 marzo 2009

Recensione THE READER - A VOCE ALTA

Recensione the reader - a voce alta




Regia di Stephen Daldry con Kate Winslet, Ralph Fiennes, Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, David Kross, Karoline Herfurth, Linda Bassett, Hannah Herzsprung, Jeanette Hain, Susanne Lothar, Kirsten Block, Volker Bruch, Matthias Habich

Recensione a cura di Francesca Caruso

Il film è tratto dal premiato romanzo di Bernhard Schlink "A voce alta" e racconta la storia di una vita partendo dal tempo presente e poi facendo un salto nel passato del protagonista, delineando tre tappe fondamentali della sua vita.
L'azione si svolge nella Germania dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il quindicenne Michael si sente male e si accascia a terra, viene aiutato da Hanna, una donna che ha il doppio dei suoi anni. Dopo alcuni mesi ripresosi dalla malattia, Michael va a trovare Hanna per ringraziarla. I due si sentono subito attratti l'un l'altra e iniziano una relazione piena di passione e fatta di tante letture dei classici della letteratura mondiale. Michael legge per lei, ma quanto potrà durare questo idillio?

Il regista Stephen Daldry, acclamato per i film "Billy Elliot" e "The Hours", si è messo dietro la macchina da presa per raccontare non solo una storia d'amore, ma soprattutto come la seconda generazione di tedeschi affronta i crimini dei genitori e il senso di colpa che ne deriva. Pone il problema di come continuare dopo quello che è avvenuto durante l'orrore dell'Olocausto. Ciò che i realizzatori si sono proposti di mantenere è il rispetto per le vittime dei crimini di guerra nazisti, e che il termine perdono non sarebbe mai stato menzionato. Mostra come una nuova generazione venga a patti con il passato.
Il regista inoltre non ritrae le guardie dei campi di concentramento come orchi orribili o cattivi oltre misura, ma piuttosto mostrandoli come lavoratori normali. Mette in primo piano le persone comuni che hanno commesso questi crimini, a volte persone che non si rendevano conto appieno della gravità dei loro gesti, eseguendo rigorosamente ciò che gli veniva ordinato come fosse un lavoro qualsiasi. La figura di Hanna (Kate Winslet) ravvisa questo tipo di persona, sembra essere fuori dal mondo. Hanna è una trentaseienne che lavora su un tram, ma anni dopo si viene a sapere che è stata una guardia nei campi di concentramento. Nasconde un segreto che pur di non essere scoperto la spingerà ad assumersi una responsabilità maggiore, divenendo il capro- espiatorio delle altre "colleghe". Il crimine di cui Hanna si è macchiata è delineato in modo tale che da un lato si cerca di comprenderla e dall'altro la si condanna in modo netto, percorrendo una linea sottile tra le due posizioni.

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